Lo storytelling è una tecnica narrativa antica e moderna allo stesso tempo. Fa parte delle tecniche usate nell’antichità sotto forma di retorica nelle Agorà greche, sviluppandosi nel corso degli anni e ritrovandosi in una nuova dimensione moderna e vicina al bambino come individuo originale. Passando dal fine iniziale del tramandare la parola fino al mondo digitale di oggi, lo storytelling è stato da sempre un aiuto efficiente nel tramandare nozioni, concetti, norme e valori, non lasciando in disparte il divertimento che porta con sé. Ed è proprio il divertimento che avvicina i bambini allo storytelling. Un narratore deve essere l’insegnante di divertimento e di parole che attraverso le sue competenze, l’entusiasmo, le conoscenze di vita, mette a proprio agio il bambino rendendolo protagonista principale della storia raccontata. Il bambino è un individuo originale, con le proprie idee, i propri pensieri, i propri bisogni ed i propri diritti di cui un narratore competente terrà conto nella scelta della storia adatta. La storia è un mezzo efficace ma allo stesso tempo, se non maneggiato in modo corretto, uno strumento difficile da modellare. Oltre al narratore e alle sue competenze anche l’ambiente e le circostanze sono rilevanti nel percorso dello storytelling. L’ambiente deve essere adatto ai bambini e seguire gli odori, i sapori, i colori, i rumori dedicati alla storia che viene raccontata (in questo caso l’ambiente risulterà tranquillo e metterà i bambini a proprio agio) mentre le circostanze devono collegarsi alla quotidianità del bambino. Nell’ultimo secolo lo storytelling moderno ha subito una trasformazione, data dalle circostanze di uno sviluppo tecnologico e mediatico molto evidente. Come in tutte le sfere della vita, anche la lingua e il racconto hanno subito un cambio di livello, accompagnato dalle nuove tecnologie, il digital storytelling, la cui accettazione sta avendo alcuni problemi di percorso, che di certo non gli impediranno di prevalere nel futuro sulle tecniche “antiche” dello storytelling.