Il contributo presenta il giornalismo italiano nel periodo fascista, analizzando le modalità con cui si stampavano i giornali dell’epoca. Dopo una parte introduttiva, basata sulla nascita e lo sviluppo del fascismo, il lavoro si focalizza sulla vita e l’impegno politico di Benito Mussolini per poi soffermarsi sulla sua attività giornalistica in qualità di direttore dell’“Avanti!” e fondatore del quotidiano “Il Popolo d’Italia”. Nella parte centrale del lavoro si passano in rassegna le caratteristiche del giornalismo prima e, in particolare, durante il fascismo, annoverando i giornali più importanti del periodo, tra cui il “Corriere della Sera”. Di seguito si nominano le leggi legate alla stampa, trattando il problema della censura e della mancata libertà di stampa. Un elemento cruciale per il giornalismo fascista è rappresentato dalle veline, le disposizioni per la stampa e la radio scritte su carta velina, importati per controllare le notizie da dare agli italiani e per esaltare il mito del fascismo. Un altro aspetto che influisce sul giornalismo è la politica linguistica, basata sul nazionalismo, che porta a una lotta contro i forestierismi, ma anche alla xenofobia e all’antisemitismo diffusi mediante la stampa. La parte finale porta in rilievo i cambiamenti avvenuti nel giornalismo degli anni Trenta e Quaranta del XX secolo per terminare con la caduta del fascismo e il ritorno della libertà di stampa.